Quali Omega 3 Utilizzare 

Indubbiamente oggi per motivi di sicurezza e costi, risulta inevitabile rivolgersi al regno vegetale per apportare precise integrazioni essenziali alle diete dei ruminanti. Alcune materie prime (semi di Oleaginose) contengono elevate quantità di omega 3, ma consumate direttamente senza una precisa lavorazione, non sono disponibili per l’animale ruminante.

A questo punto e necessario conoscere molto bene il processo di cottura e estrusione, perché proprio in questo passaggio, si determina la disponibilità e la digeribilità dell’alimento e dei suoi contenuti. Di seguito trovate il Perché utilizzare AGPI W6-W3 vegetali, al fine di migliorare la produzione e la riproduzione dei vostri animali.

Perché

Data la ormai conosciuta influenza del bilancio energetico negativo sul controllo metabolico-ormonale dell’efficienza riproduttiva, molti gruppi di ricerca hanno valutato l’effetto del body condition score (BCS) sui parametri riproduttivi, utilizzando questa scala come stima dello stato energetico della bovina durante il periodo peri-parto.

La durata del periodo di anaestro post-parto è stato associata alle variazione del BCS. In particolare sembra che la variazione di BCS dal parto alle prime settimane di lattazione possa portare a (Chagas et al., 2007):

1) Ritardata ripresa dell’attività ovarica post-parto
2) Riduzione della frequenza di pulsazione della secrezione di LH ipofisario 3) Riduzione della risposta follicolare all’azione delle gonadotropine
4) Riduzione della competenza funzionale dei follicoli

Roche et al. (2007) hanno riportato un associazione negativa tra la comparsa di sintomi clinici di estro prima del termine del periodo di attesa volontario (PAV) e le variazioni di body condition score dal parto al minimo livello raggiunto appena dopo il parto.

In accordo con questa associazione, Wathes et al. (2007) hanno osservato differenze statisticamente significative nel profilo metabolico plasmatico di bovine con ritardata ripresa dell’attività ovarica post-parto, dati connessi con la variazione di condizione corporea ad inizio lattazione.

Secondo Diskin et al. (2003) la variazione del bilancio energetico (espresso come BCS) non influenza il numero dei follicoli o lo sviluppo follicolare durate il periodo seguente il parto, ma può influenzare l’ovulazione del primo follicolo dominante come possibile conseguenza della riduzione della competenza funzionale dei follicoli durante il bilancio energetico negativo.

1) L’aggiunta di acidi grassi in razione durante il periodo post-parto,  ogni volta si osserva un calo di ingestione di alimento nella mandria, incrementando il livello energetico della dieta.

L’effetto sul bilancio energetico della bovina da latte dipende esclusivamente dall’aumentata densità energetica della razione, infatti l’ingestione di alimento rimane pressoché invariata. In particolare, sembra che a seguito dell’aggiunta di grassi in razione si possa verificare un ulteriore lieve calo dell’ingestione, a causa della maggior produzione di colecistochinina endogena e della riduzione delle fermentazioni ruminali (Choi et al., 1996).

Non tutti i gruppi di ricerca concordano sull’effetto benefico degli acidi grassi sul bilancio energetico della bovina (Moallem et al., 2010; Lake et al., 2005).

2) L’effetto benefico degli acidi grassi sulla funzionalità riproduttiva dipende anche dalla riduzione della concentrazione ematica di insulina conseguente alla loro introduzione nella dieta delle bovine (Garnsworthy et al., 2008).

La diminuzione della concentrazione di insulina a seguito dell’aggiunta di lipidi in razione è stata osservata da molti studi (Choi and Palmquist, 1996; Khorosani et al., 1992; Becu-Villalobonus et al., 2007).

In questo caso però si può osservare una certa contraddizione sugli effetti dell’insulina sull’attività riproduttiva. Infatti, le diete che stimolano la produzione di insulina possono avere un effetto benefico sulla ripresa dell’attività ciclica dell’ovaio nel periodo post-parto, mentre le diete che deprimono la produzione di insulina possono migliorare la qualità dell’oocita e lo sviluppo embrionale.

In uno studio recente (Garnsworthy et al., 2009) due diete sono state formulate per indurre un cambio nella concentrazione plasmatica di insulina. La dieta stimolante la produzione di insulina è ricca in amidi, mentre la dieta ad effetto opposto è ricca in lipidi.

I livelli ematici di insulina durante le prime 5 settimane di lattazione si sono alzati in tutte le bovine oggetto di studio, ma con livelli molto alti nel gruppo che ha ricevuto la dieta ad alto contenuto di amidi.
Se la produzione di insulina è ridotta dalle diete ricche in acidi grassi, ci si dovrebbe aspettare un effetto negativo sulla funzionalità riproduttiva. In realtà la ridotta concentrazione plasmatica di insulina è dovuta soprattutto ad una maggiore clearance tissutale dell’insulina presente in circolo, inclusi i tessuti degli organi riproduttivi, con conseguente stimolo alla crescita follicolare.

3) A seguito della somministrazione di lipidi con la dieta è stato osservato un aumento dei livelli plasmatici e follicolari di colesterolo. Il colesterolo è un precursore del progesterone prodotto dalle cellule del corpo luteo. La funzione principale del progesterone consiste nel preparare l’utero per l’impianto embrionale e mantenere in seguito la gravidanza.

L’aumento della funzionalità del corpo luteo e della concentrazione ematica di progesterone è stata associata ad un miglior tasso di concepimento (Staples et al., 1997). Secondo Hopkins et al. (1995) la maggior concentrazione plasmatica di progesterone che si può osservare a seguito della somministrazione di acidi grassi, non è tanto legata alla maggior sintesi da parte delle cellule luteiniche ma al minor tasso di clearance del P4 dal circolo ematico.

4) L’acido arachidonico precursore della prostaglandina F2a (PGF2a) può essere assunto tramite la dieta oppure essere sintetizzato de novo partendo dall’acido linoleico, attraverso una conversione che comprende due desaturazioni catalizzate dall’enzima elongasi.

La sintesi degli eicosanoidi della serie 2 inizia in seguito alla liberazione di acido arachidonico dai fosfolipidi di membrana, azione catalizzata dalla fosfolipasi A2 (PLA2).

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Alcuni studi hanno dimostrato come la somministrazione di acidi grassi della famiglia degli Ω-3 e Ω-6 riduca la sintesi di eicosanoidi. L’aggiunta di farina di pesce (5,4% della sostanza secca in razione) contenente un adeguato apporto di omega 3, influenza la secrezione uterine di prostaglandine F2a nella bovina da latte (Thatcher et al., 1997).

Alcuni autori (Oldick et al., 1997), a seguito dell’infusione di alimento ad alta concentrazione di acido linoleico (17%) nell’abomaso, hanno osservato l’attenuazione nel rilascio di PGFM in risposta all’iniezione di ossitocina al 15 giorno del ciclo estrale sincronizzato.

Cheng et al. (2000) hanno valutato l’effetto della somministrazione di acidi grassi poli-insaturi del gruppo Ω-3 e Ω-6, sulla secrezione endometriale di prostaglandine misurando la concentrazione di PGs nel medium di coltura delle cellule endometri ali a seguito di espianto.

Le bovine alimentate con dieta ricca in PUFA Ω-3 e PUFA Ω-6 hanno manifestato significative riduzioni nella secrezione di prostaglandine nell’utero (anche riduzione > 50%) e nella sensibilità delle cellule all’azione dell’ossitocina.

5) Mattos et al. (2002) hanno osservato che la somministrazione di acidi grassi del gruppo Ω-3 (sottoforma di farina di pesce) con la dieta, porta ad una riduzione della secrezione di prostaglandine F2a in seguito a sincronizzazione e trattamento con ossitocina 15 giorni dopo l’ovulazione.

Secondo Mattos et al. (2004) la somministrazione di farina di pesce contenete acidi grassi del gruppo omega 3 riduce significativamente la sintesi di prostaglandine F2a da parte delle cellule uterine e altera il profilo acidico del grasso del latte.

Obiettivo di quest’ultimo studio era stimare l’effetto dell’aggiunta di olio di pesce sulla secrezione uterina di prostaglandine, sulla produzione di latte, sulle caratteristiche del latte e sullo stato metabolico delle bovine durante il periodo peri-parto, confrontandoli con un gruppo di bovine alimentate con olio di oliva. Le bovine che hanno ricevuto olio di pesce presentavano livelli significativamente ridotti di metaboliti delle prostaglandine rispetto alle bovine alimentate con olio vegetale.

In uno studio recente (Caldari-Torres et al., 2006) è stato valutato come, in seguito alla somministrazione di diete ricche di PUFA Ω-3, la produzione di prostaglandine F2a da parte delle cellule endometriali dipenda dalla concentrazione uterina di PUFA Ω-3 e PUFA Ω-6. Anche in questo caso il livello di prostaglandine prodotto è stato misurato nel medium di coltura delle cellule endometri ali dopo espianto.

L’aumento del tasso di gravidanza che spesso si osserva in seguito alla somministrazione di acidi grassi alle bovine da latte, può essere mediato dalla ridotta secrezione di prostaglandine F2a da parte delle cellule endometri ali, dalla minor sensibilità all’ossitocina delle stesse cellule e dalla minor sensibilità alle PGF2a delle cellule luteiniche.

Infatti la soppressione della secrezione di prostaglandine F2a e il mantenimento dell’attività del corpo luteo sono steps fondamentali per l’impianto embrionale e il mantenimento della gravidanza.
La riduzione della secrezione uterina di prostaglandine indotta dalla somministrazione di acidi grassi poli-insaturi della famiglia Ω-3 e Ω-6, potrebbe essere uno dei maggiori fattori che legano la nutrizione alla sopravvivenza embrionale nella bovina da latte.

I meccanismi attraverso i quali gli acidi grassi possono inibire la sintesi di prostaglandine da parte delle cellule uterine sono differenti (Mattos et al., 2000):

6) RIDUZIONE DELLA SINTESI DI ACIDO ARACHIDONICO

Gli acidi grassi poli-insaturi possono ridurre la sintesi di acido arachidonico dalle cellule di tessuti extra-uterini e ridurre l’incorporazione dell’acido arachidonico nei fosfolipidi di membrana; sull’attività delle cellule epatiche sono particolarmente attivi gli acidi grassi eicosapentaenoico e docosahexaenoico.

  1. b)  COMPETIZIONE DEGLI ACIDI GRASSI Ω-3 SULL’ATTIVITA’ DELLE Ω-6- DESATURASILa processazione degli acidi grassi Ω-3 da parte della Ω-6-desaturasi crea un meccanismo di competizione che riduce la conversione dell’acido linoleico ad acido arachidonico, operata normalmente dalla stessa omega 3 – desaturasi.
  2. c)  ALTERAZIONE DEL PROFILO LIPIDICO NELLA MEMBRANA PLASMATICA La riduzione della disponibilità di acido arachidonico per l’incorporazione nei fosfolipidi della membrana plasmatica si traduce in una maggiore incorporazione di altri acidi grassi anche non precursori degli eicosanoidi. È stato osservato come il pool di acidi grassi che viene incorporato nei fosfolipidi di membrana cambia composizione circa tre settimane dopo la somministrazione di diete ricche in acidi grassi omega 3 (Mattos et al., 2000).

Grazie al Dott Rossi Federico per la disponibilità.

 

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